IL METAFORMISMO© E LE FILOSOFIE DEL POSTMODERNO
Tutte le possibili digressioni da questo impeccabile quadro non sono considerate. Lo saranno dopo circa 100 anni, ma intanto i principi elencati diventano i termoregolatori delle Avanguardie artistiche ... Ecco spiegata la storicità “trovata” (rifacendo il verso a l’objet trouvé) del francese Marcel Duchamp, della statunitense Pop Art e di molti altri fenomeni artistici, autorizzati a legittimare la provocazione all’insegna dell’innovazione.
Il MetaFormismo©, con ciò intendendo il passaggio della forma da una condizione all’altra, all’epoca di queste vicende è già in divenire, anche se il suo certificato di nascita è datato 2010. Conosce ma non analizza la natura delle complesse implicazioni di un’opera d’arte, compito questo della storia dell’arte, ma di affrontare una questione puramente visiva.
Questione che inizia già con la pittura impressionista, per poi coinvolgere Astrattismo, Cubismo, Futurismo e altri in forza delle loro decise operazioni di scollamento formale senza precedenti nella storia dell’arte. Il MetaFormismo© va oltre le idee, i programmi, le tesi da dimostrare, perché di essi coglie solo i modi in cui vengono comunicati e, favorendo l’analisi dei dettagli espressivi di un artista, aprirà infinite porte sul suo mondo interiore, improvvisamente chiaro alla nostra lettura.
Esso contiene in sè gli estremi di una visione artistica universale, perché viaggia in spazi, ma anche in tempi diversi tra loro. Negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, maturandosi la percezione di trovarsi nel mezzo di una svolta epocale, nell’arte confluirono modi espressivi di decisa rottura dei canoni classici e a quelli è assolutamente possibile applicare l’odierna visione metaformale.
Ma intorno agli anni cinquanta del Novecento varie correnti di pensiero cominciano a promuovere l’idea che stia per finire la Modernità, risucchiata gradatamente da un nuovo atteggiamento culturale, genericamente indicato come il Postmoderno, con cui cesserebbe la storia, o meglio il concetto di storia. Non sarebbe più accettata la storia intesa come ciclico divenire, ossia un susseguirsi di epoche ben distinte l’una dall’altra e tra loro riconoscibili per tratti caratteriali.
Si tenderebbe infatti a concepire il tempo come una serie di eventi istantanei, autonomi e dissociati tra loro. La storia quindi si trasformerebbe in un percorso lineare equiparante presente e futuro. Questi non sarebbero necessariamente rivolti al progresso industriale, che, come responsabile dell’inquinamento del pianeta, dovrà entrare nell’elenco delle condizioni di vita da sottoporre al vaglio finale dell’uomo.
Lo sviluppo dell’uomo sul nuovo pianeta può prendere altre direzioni, possibilmente più costruttive. Per esempio, programmare un’esistenza ecologica oppure cessare di contemplare la novità come una necessità felicemente risolutoria, visto che del nuovo si sono toccati tutti i limiti. La razionalità contemporanea valuta senza esporsi a dare risposte certe e definitive.
Elabora un pensiero pluralistico, totalmente prosciolto dal concetto di assoluto, perché viene meno l’idea che ci sia un’unica verità capace di orientare la mente dell’uomo. Si è instaurato una sorta di relativismo culturale (fortemente accentuato dalla tecnologia e dall’impero informatico), che constata l’impossibilità di individuare valori assoluti, intesi, questi ultimi, come negazione del concetto di contemporaneità.
Se l’arte esprime il suo tempo, ciò che l’arte ci racconta oggi non è riconducibile ad esclusivi assi interpretativi, magari sostenuti da interne dialettiche e specifiche interazioni con il mondo reale. Per entrare dentro un’opera d’arte con spirito di conoscenza occorre che leggiamo attentamente il dato formale, segno rivelatore del pensiero dell’artista.
Sulla fenomenologia delle forme e sulla loro bipolarità significato — significante gli artisti del primo Novecento hanno lasciato una trattatistica letteraria e filosofica esaustiva. Essa fa ancora luce sulla strada percorsa dai contemporanei, ma il progressivo manifestarsi, come si è detto, del pluralismo, idee — pensieri — azioni, ha fatto dell’arte un insieme illimitato di microcosmi, aventi ciascuno una propria identità, libera di scollegarsi dagli altri.
Il MetaFormismo©, usando la forma come strumento di indagine, dimostra non solo di poter penetrare nell’indole speculativa dei maestri del secolo scorso, purché ovviamente non figurativi, ma di riuscire anche a decodificare i messaggi degli artisti di oggi, molti dei quali hanno rinunciato all’aulicità del tema a favore di una ricerca più tecnica. Materiali e procedure inedite tra cui destreggiarsi con abilità artigiana, riconosciuta come valore di primo piano.
La seconda monografia del MetaFormismo© nasce come allegato al Catalogo dell’Arte Moderna n. 47 dell’Editoriale Giorgio Mondadori e viene illustrata, in presenza dell’editore, a Verona il 16 dicembre 2012 nel contesto di una rassegna dei 29 artisti presenti nel volume. Ad accogliere l’evento è il Palazzo della Gran Guardia, sede espositiva di importanti mostre internazionali.