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LA FORZA DEL PASSATO E
LA DISGREGAZIONE DEL PRESENTE

Fondazione Giulia Sillato Verona

Nel quinto centenario della morte di Donato Bramante (1514-2014), considerato dalla letteratura storico-artistica mondiale la vetta della classicità, il MetaFormismo©, l’antitesi contemporanea, approda al Chiostro di Santa Maria della Pace, prima opera romana dell’architetto di Urbino. Diversamente da quel che si potrebbe credere, esso è l’ambiente giusto per accogliere una mostra di quadri e sculture contemporanee, i cui autori pensano in maniera assolutamente inversa ai principi che guidarono la costruzione di questa perla del Rinascimento italiano.

Viene ad instituirsi un rapporto diretto tra opposizioni: da un lato l’inizio — rappresentato dalla magnifica opera bramantesca (l’approdo alla perfezione durò il tempo di un battito d’ali) — di quel lento e graduale processo di dissoluzione formale che avrebbe segnato il destino dell’arte sino all’epoca moderna; dall’altro le odierne forme della disgregazione stessa. Il Chiostro del Bramante è la perfezione formale e compositiva che la teoretica rinascimentale si era posta come obiettivo primario, ma qualsiasi parabola ascendente comporta che, una volta raggiunto il culmine, si debba ridiscendere e a volte anche in fretta.

Ed è per questo che la mirabile architettura bramantesca possa considerarsi da un lato una conquista, dall’altro l’inizio perfetto di quella destrutturazione della visione che già nel Manierismo, generato dalle drammatiche vicende del Sacco di Roma del 1527 e della morte di Giulio II nel 1513, inizia a manifestarsi come forte intolleranza alla subliminalità estetica poco prima raggiunta. Poichè il papa mecenate muore un anno prima di Bramante, è ragionevole sostenere che il sistema concettuale del primo Cinquecento sia entrato in crisi subito dopo il decennio dei capolavori romani dal 1500 al 1510.

Dopo il 1520 il Classicismo non sarà più lo stesso: ansie manieristiche tormentano le composizioni sino a stravolgerle in un coacervo di forme esasperate, che indicano come la sofferenza umana — l’arte era ed è la forma delle emozioni —, prima mirabilmente sublimata nelle ricerca del bello ideale, sia ora diventata incontenibile. Seguiranno nei secoli XVII e XVIII le impari vicende di Barocco e Barocchetto che tenteranno di restituire la centralità perduta alla visione artistica.

Essa però si era già addentrata nella giungla della propaganda di potere, attraverso un intricato percorso di formalismi espressivi, difficilmente riconducibili a un ordine sovrano che non si risolva in pura illusione, come la fatale confluenza nel Neoclassicismo, falso storico ormai riconosciuto. Dalla destabilizzazione della visione artistica alla disgregazione della forma c’è un ponte lungo circa cinquant’anni attraverso cui si entra nel cuore dell’Ottocento.

Cinquant’anni di riflessioni e istanze di rinnovamento che metteranno in discussione ruoli e funzioni dell’arte, sollecitata a dare altro si sé: non la si vuole solo rappresentazione e/o interpretazione della storia e del reale, ma diversa e nuova espressione dell’autore, sia essa spirituale sia essa intellettuale. Non c’è alcun bisogno di figurazioni per comunicare: necessitano solo il segno e il colore, liberi da qualsiasi precostituito vincolo normativo ... È la rivoluzione dell’arte moderna.

Gli impressionisti sciolsero le forme del reale nella luce e nel colore riconoscendo al disegno limitata importanza, eppur preceduti di qualche decennio da John Constable e William Turner i primi significativi provocatori. Sperimentali i francesi, mistici gli inglesi, tutti avevano lo stesso obiettivo: guardare — non importa se con l’occhio o con l’anima — oltre la forma naturale.

Le Avanguardie del Novecento saranno su questa linea e l’Astrattismo prevarrà su tutte sino ai giorni nostri, mantenendo alto il vessillo della comunicazione con il solo linguaggio universale del segno e del colore. il MetaFormismo© è la storia di questa avventura che vede nel tempo la forma alterarsi, scomporsi, addirittura rompersi o, peggio, frammentarsi, è la storia di questo allontanamento dalla compiutezza classica, di questo percorso in discesa da un apice raggiunto.

il MetaFormismo© è la storia dell’arte moderna che non vuole seguire direzioni diverse dalla propria intrinseca espressione affidando alla pura percezione qualsiasi attività razionale. Esso legge e cerca di intuire attraverso la forma — che non è affatto scomparsa ma si è tras-form-ata — il messaggio dell’artista e poi magari ne capta anche quella forza rigeneratrice che la ricompone e la restituisce a un’architettura nostalgica di perfezione.



Giulia Sillato, maggio 2014©



Roma 2014 Chiostro del Bramante


Alla scoperta del MetaFormismo©
Fondazione Giulia Sillato Verona
Nel 2014 il bellissimo Chiostro del Bramante a Roma ospita la ventinovesima edizione de L’Arte Contemporanea nelle antiche dimore© dedicata al MetaFormismo©. Si tratta, più che di una corrente o movimento artistico, di un nuovo metodo di lettura critica rivolto all’astrattismo contemporaneo. Come ci ha spiegato infatti lo storico dell’arte Prof. Giulia Sillato, l’arte astratta non ha figure ma forme e sono proprio queste l’oggetto della sperimentazioni interpretative tese a comprendere e a far comprendere a chi guarda l’apparentemente incomprensibile, decodificando cioè le forme dell’arte astratta. La mostra, peraltro ad ingresso gratu\ito, ospita sessanta opere di artisti contemporanei italiani, che cercano con la loro libera espressione di dare forma e contenuto alla filosofia del MetaFormismo©.